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"Le ragazze del '43 e la bicicletta": le donne nella Resistenza

E' il documentario di Uisp e Udi con le storie di donne staffette che diedero un grande contributo alla Liberazione con la bici come mezzo di libertà

 

"Le ragazze del '43 e la bicicletta" è il documentario realizzato da Uisp e Udi nel 2015, in occasione del 70° anniversario della Liberazione, che racconta il contributo decisivo delle donne alla Resistenza e in modo particolare quello dei Gruppi di difesa della donna e delle staffette partigiane. L’Uisp ha scelto la bicicletta come simbolo della Liberazione per celebrare il ruolo fondamentale giocato dalle Staffette partigiane durante la Resistenza. Molti Comitati Uisp in occasione del 25 aprile organzzano proiezioni del documentario sul territorio come Uisp Lazio che lunedì 24 aprile ha organizzato una proiezione gratuita a Rieti (Le Tre Porte – Via della Verdura 21/25) alle 17.30, con gli interventi di Simone Menichetti, presidente Uisp Roma, Orlando Giovannetti, presidente Uisp Lazio, e Cosmo Bianchini, presidente ANPI Rieti, moderati da Ilaria Nobili, consigliera Uisp Roma. 

Le donne nella Resistenza erano in gran parte giovani e giovanissime e per il loro impegno hanno usato i mezzi semplici e poveri che avevano a disposizione, come la bicicletta. Questa, proibita come pericolosa dai nazisti, rimane il simbolo dell'impegno di una nuova generazione di uomini e di donne per la libertà del nostro paese e aiuta a comprendere il coraggio e la generosità di quella storia.
Il documentario, della durata di 30', racconta, attraverso immagini e le testimonianze di Marisa Rodano, Lidia Menapace, Luciana Romoli e Tina Costa, quelle straordinarie pagine della Resistenza italiana, scritte anche con l’uso della bicicletta.

Il video è stato ideato da Vittoria Tola e Raffaella Chiodo, che hanno curato e realizzato le interviste, mentre la regia e il montaggio sono firmati da Francesca Spanò.

“La bicicletta in quegli anni serviva per scappare, per questo i nazisti la vietarono a Roma durante l’occupazione, con un editto del 1943. La stessa cosa avvenne in altre città italiane”. A parlare è Marisa Rodano, classe 1921, parlamentare italiana ed europea che ebbe un ruolo attivo nella lotta partigiana a Roma. 

Luciana Romoli, nata il 14 dicembre 1930, nel documentario racconta il suo primo atto di ribellione, nel 1938: "Appartenevo ad una famiglia di antifascisti, mia madre addormentava le mie sorelle con canzoni sovversive. Nel 1938 quando facevo la terza elementare sono stata espulsa da tutte le scuole del regno perchè ho difeso la mia compagna di banco ebrea".

Lidia Menapace è morta all'età di 96 anni nel 2020, antifascista e staffetta partigiana nella Resistenza, donna sempre in prima fila per i diritti delle donne e per la pace, era nata a Novara il 3 aprile 1924. Giovanissima prende parte alla Resistenza partigiana come staffetta, con il nome di battaglia «Bruna», ottenendo il grado di sottotenente che rifiuterà nel dopoguerra, assieme al riconoscimento economico: «Non ho fatto la guerra come militare e ciò che ho fatto non è monetizzabile». A soli 21 anni consegue la laurea con il massimo dei voti in letteratura italiana all'Università Cattolica di Milano. Per i suoi 90 anni così spiegava la sua formazione di donna libera: "Mia madre insegnò a noi due figlie un suo codice etico. Ci diceva: "Siate indipendenti economicamente e poi fate quello che volete, il marito lo tenete o lo mollate o ve ne trovate un altro. L'importante è che non dobbiate chiedergli i soldi per le calze".

Tina Costa, scomparsa nel 2019, era nata a Gemmano, in provincia di Rimini, l'11 novembre 1925. Padre socialista, madre iscritta al Pci, i suoi tre fratelli parteciparono anche alla fondazione del Pci nel 1921 a Livorno.  Vice presidente vicario dell’ANPI provinciale di Roma e componente del comitato nazionale dell’ANPI. Nata in una famiglia profondamente antifascista del riminese, fece il suo primo gesto di ribellione al fascismo a 7 anni, rifiutandosi di indossare la divisa di figlia della lupa subendo così ulteriori angherie dalla maestra fascista. Inserita come staffetta nell’attività clandestina del Partito Comunista già durante gli anni della guerra di Etiopia, a 18 anni divenne staffetta partigiana e ciò la portò ad attraversare più volte la linea gotica con la sua bicicletta recando messaggi, viveri ed armi. Arrestata con un fratellino e la madre a seguito di delazione, durante il tragitto verso il campo di Fossoli riuscì a fuggire, con i familiari, approfittando di un bombardamento. "Ho combattuto per la libertà e questa libertà non me la può togliere nessuno”. Negli anni Tina Costa ha partecipato più volte alla manifestazione organizzata dall’Uisp Roma per celebrare la Liberazione: l’ultima volta nel 2018 quando salutò i partecipanti alla biciclettata alla partenza da Porta San Paolo.

Libertà, antifascismo, democrazia: questi sono anche i principi della nostra associazione. Attraverso lo sport, che è un linguaggio diretto e popolare, l'Uisp parla ai giovani per non dimenticarli. Valori e principi condivisi servono a dare dignità al presente e a guardare al futuro con maggior consapevolezza. Servono a comprendere il coraggio delle tante donne e dei tanti uomini che in questo momento stanno lottando per la libertà del proprio popolo. Proprio come fecero tante partigiane e partigiani italiani.